Giro d’Italia 2020, Top/Flop del Giorno
La nostra rubrica che traccia il bilancio della tappa del giorno al Giro d’Italia 2020.
TOP
Arnaud Démare (Groupama-FDJ): Dopo aver conquistato due volate delle sue, oggi si prende nettamente anche un arrivo per velocisti puri, al termine di una tappa in cui ha sempre corso con grande attenzione, nelle prime posizioni. Perfettamente scortato dai suoi compagni, non fallisce l’appuntamento e vince da grande favorito, con tutti che vogliono la sua ruota, dalla quale tuttavia non si riesce ad uscire per superarlo. Una vittoria anche di esperienza, ma non per questo irregolare.
Peter Sagan (Bora-hansgrohe): Ancora un secondo posto e ancora un appuntamento mancato con la vittoria, ma difficilmente poteva fare di più. Lo slovacco forse non è più quello di un tempo, ma d’altro canto questi non sono mai stati i suoi arrivi. Tuttavia, senza un eccezionale Démare, del quale è abile a prendere e tenera la ruota senza poter fare di più, oggi sarebbe stato il suo giorno. Da considerare inoltre che il movimento del francese gli impedisce di esprimersi al meglio.
Filippo Fiorelli (Bardiani CSF Faizanè): Il palermitano, che non è il velocista di riferimento del team, coglie un altro piazzamento nei dieci in questa sua prima partecipazione al Giro d’Italia, nella sua prima stagione da professionista. Lottare per la vittoria è tutto un altro discorso, ma intanto sono risultati incoraggianti per un corridore che si sta costruendo bel portfolio in questa travagliata stagione.
FLOP
Fernando Gaviria (UAE Team Emirates): Nei giorni scorsi aveva l’attenuante parziale di percorsi mossi, lui che in realtà non è proprio il classico velocista puro, ma oggi c’è poco da dire, anche considerando che la squadra si è mossa piuttosto bene per lui. La tappa è stata sì impegnativa, ma le sue difficoltà in uno sprint come questo confermano che la forma è davvero lontana da quella richiesta per potersela giocare per il successo di tappa. Se è vero che mancano ancora due settimane, continuando così sembra difficile poter pensare che possa riuscire nel suo intento.
Elia Viviani (Cofidis): Anche per lui era la tappa con cui scacciare tutte le frustrazioni vissute sinora, ma è andata decisamente diversamente da come sperato. Una buona tappa, vissuta nelle posizioni giuste e con la mentalità corretta, non si concretizza nel risultato che ormai manca da troppo tempo, probabilmente anche per la debolezza di una squadra che non lo sa proteggere nel sinuoso arrivo di Brindisi. Una giustificazione che tuttavia può essere solo parziale, perché uno come lui sa come limare e sgomitare quando serve. Oggi serviva.
Alvaro Hodeg (Deceuninck-QuickStep): Era il terzo nome finora sempre escluso dagli sprint e, se è vero che se la cava comunque meglio degli altri, anche lui non stappa di certo lo spumante a Brindisi. Il quinto posto di per sé non è un risultato da buttare, soprattutto rispetto a quanto ottenuto sinora, tuttavia non è per questo che è venuto qui (e soprattutto non è per questo che Davide Ballerini, uno che sarebbe potuto arrivare facilmente davanti a lui oggi, sacrifica le sue ambizioni personali).
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